martedì 15 luglio 2008

Web 2.0

Tra Istologia e guasti al PC (infatti tuttora scrivo da un Toshiba Satellite Giurassic version) mi sono attardato un tantino nel trarre le debite conclusioni al termine di questo "esperimento" Web 2.0

Che dire? Io ero tra quelli che al liceo avevo speso un bel po' di soldini e fatica nel conseguire l'ECDL, patente europea del computer. Comprensibile dunque che venendo a sapere che essa non sarebbe stata convalidata (né qui né nella stragrande maggioranza delle facoltà, mi chiedo infatti cosa l'abbia presa a fare...) mi sia un tantino alterato sul momento.
L'idea di ripetere ancora quiz su quiz riguardo a software hardware Cpu Office Power Point ecc.ecc. mi dava la nausea.
Tuttavia, venuto a sapere di questa strada non convenzionale del Blog, mi sono piuttosto incuriosito e l'ho preferita al metodo tradizionale, senza pentirmene.
Pur non mancando infatti il lato pratico da applicare alla professione (PubMed) o allo studio (MedWiki), questo corso ha tentato se non altro di coinvolgerci in qualcosa che ci avvicinasse tra noi studenti (chi non è mai andato a sbirciare i blog di Tizio e Caio conosciuti di vista per saperne un po' di più?) e si è senza dubbio sforzato di porci davanti a riflessioni di natura umanistica riguardo alla nostra futura professione di medico oppure alla nostra attuale condizione di studenti.

Questi sono tutti intenti positivi che fanno sicuramente onore al corso, le critiche movibili riguardano non tanto la sua organizzazione quanto il suo strumento chiave, il mezzo stesso del Blog.
Questo può piacere o meno, personalmente mi sono fatto questa idea:

di solito mi fa fatica leggere post su post riguardanti la vita quotidiana di sconosciuti per quanto siano interessanti, né mi sento invogliato a mettere molto di me stesso in un ipotetico blog, in quanto lo trovo una sorta di esibizionismo virtuale: se si è grafomani si tiene un diario, se si vuole dire qualcosa a qualcuno in particolare gli si scrive in privato, non ho bisogno di sciorinare su internet ogni mio capriccio del momento.
Però la medaglia ha un altro lato: il blog (come internet in generale) è un enorme mezzo di diffusione di informazioni e opinioni, politiche e non, privo di censure (o quasi), e là fuori ci sono molte persone che (al contrario di me) hanno qualcosa di importante da far sapere agli altri.
Questo vuol dire che chiunque può leggere in tempo reale il blog di un giornalista inviato speciale in un teatro di guerra, senza che ciò che scrive debba essere filtrato da un giornale, oppure fruire delle opinioni di personaggi politici o meno che abbiano opinioni da esprimere senza peli sulla lingua o fatti da far conoscere. Insomma, la conclusione è quasi banale: il blog è a disposizione di tutti, questo è il suo più grande pregio e il suo peggior difetto.

Mi accorgo che quest'ultima digressione è del tutto fuoritema, ma pazienza. Per tornare a noi, concludo dicendo che in fondo chi vuole imparare a usare Excel o PowerPoint può farlo benissimo da solo, senza bisogno di un corso, mentre invece l'esperienza "alternativa" proposta può piacere o far storcere il naso ma senz'altro è stata qualcosa di innovativo che almeno non ha annoiato nessuno.
Inoltre, essendo il corso al primo anno, qualunque application informatica alla professione medica che fosse un minimo più approfondita sarebbe senza dubbio prematura e al di fuori della nostra portata.

Ciao a tutti

domenica 27 aprile 2008

I have a dream

Come al solito evito di parlare in dettaglio di come si è svolta la conferenza e del suo contenuto, dato che sono piuttosto in ritardo e ci sono già molti blog in cui chi non c'era può trovare queste informazioni.

Ritengo che il nostro interlocutore fosse una persona molto preparata e soprattutto dotata dell'esperienza necessaria per parlare del rapporto studente-docente come uno che abbia sperimentato in questo senso (e sono ben pochi). Premesso questo ecco come la penso: scoprire che la didattica non è granchè è scoprire l'acqua calda, ma è inutile lamentarsi con un generico "il professore non sa interessarmi": la materia è quella che è, a meno che non ci sia già uno spiccato interesse innato, è difficile suscitarlo con la lezione. Certo qualora questo accadesse sarebbe solo un bene, ma secondo me non è qualcosa che si può pretendere da un docente, anche perchè dipende dalle sue personali doti di oratore e dal suo "carisma".
Ciò che invece va preteso in quanto corrispondente ai doveri di un insegnante è:

1) la totale padronanza delle informazioni proposte e la loro ineccepibile correttezza (sembra banale ma non è scontato)
2) il proporre una lezione che non sia una semplice versione "audiovisiva" del libro di testo, ma che invece contenga le stesse informazioni (se non di più) espresse con ancora maggior chiarezza, con più rimandi al contesto e collegamenti utili agli argomenti attinenti, senza alcun tratto oscuro o nebuloso
3)l'aggiornarsi ai nuovi mezzi di distribuzione del materiale didattico mettendo a disposizione quelle benedette slide
4) evitare il più possibile la ripetizione di uno stesso argomento, ancor peggio se affrontato da angolazioni diverse non tenenti conto di alcuna visone di insieme

questa mi sembra una solida base di partenza, prima di avventurarsi in azzardati esperimenti con mesi di lezioni monotematiche e lezioni parallele autogestite da studenti.

Tutto il resto, come la calca per le firme, esami tenuti con metodi di giudizio discutibili, il vetrino sparito, la poca collaborazione, non è altro che varia umanità, che anzi da un po' di colore facendo chiaccherare la gente che altrimenti sarebbe molto più annoiata di così.

mercoledì 23 aprile 2008

Mirabilandia...

Alcune foto sono carine. Altre disgustose. Altre ancora artistiche, oppure insignificanti. Ma solo alcune sono degne di essere chiamate EPICHE...












giovedì 10 aprile 2008

Compito 6

Alla lezione abbiamo assistito tutti, anche se così non fosse basta leggere un qualunque altro blog per capire di cosa si tratta, quindi non mi perderò in introduzioni verbose.

Il poco che so su Don Milani viene dal mio professore di Filosofia del liceo, sentirne parlare me lo ha ricordato intensamente (già per questo ne è valsa la pena)… non mi azzardo a fare nessun paragone, anzi credo che nel bene e nel male il paragone sia del tutto improponibile, tuttavia posso dire di aver vissuto sulla mia pelle cosa voglia dire un’esperienza di insegnamento diverso, alternativo, fuori dai “protocolli”(come li ha chiamati qualcuno). Succedeva più o meno questo: la Filosofia mi veniva spiegata, dopodiché mi era richiesto di studiarla, infine venivo interrogato. Questo non è uno “schema”, ma è una procedura indispensabile senza la quale non c’è insegnamento degno di chiamarsi tale, di filosofia come di qualunque altra materia.
Allora cosa c’era di diverso tra noi e il nostro professore? Non facevamo lezione in giardino, non ci rollavamo canne a vicenda, non facevamo dissertazioni da sala d’aspetto. Facevamo l’ora di Filosofia. Eppure tra classe e professore c’era ( e c’è) un rapporto che non è mai esistito con altri insegnanti, c’erano stima e rispetto reciproci, una vicendevole curiosità, una confidenza tanto intima quanto silenziosa e mai grossolana o fuori luogo. Tutto ciò nulla toglieva allo studio e all’impegno, anzi elevava la qualità generale e moltiplicava l’interesse per la materia.
Credo che un atteggiamento del genere possa valere tanto per la didattica quanto per la professione, in particolare parlando dei medici/clown.
Quando si sente la parola “alternativo” si pensa spesso a qualcosa di qualità inferiore, ad una scusa per trovare una scappatoia al metodo più difficile ma efficace, accademicamente ed universalmente riconosciuto.
Ma se la differenza tra “standard” e “alternativo” sta soltanto nella qualità di un rapporto umano, se un medico preparato ha voglia di mettersi in gioco e di vestirsi da clown per far sorridere i bambini in corsia, che male può fare? Perché non incoraggiarlo?
E’ chiaro che il primo dovere del medico è sapere ciò che fa e farlo bene. Deve curare la gente nel migliore dei modi, questo gli è tassativamente richiesto. Il resto è un di più, se lui è un robot senza sentimenti poco importa, se lo fa solo per soldi pazienza. L’efficienza è tutto ciò che gli serve.
Ma se c’è qualcuno che ha voglia di dare ancora un altro po’ di sé stesso, che non è ancora abbastanza stanco e disgustato dalla vita, che anzi spera ancora di migliorare anche solo un po’ la sua e quella degli altri, perché non incoraggiarlo?
Ben venga “Castellinaria”, andate avanti così, siete forti.

P.s. Io non ho seguito il corteo e nemmeno mi sento adatto ad essere ora né mai un clown di “Castellinaria”. Tuttavia tacciarmi di ipocrisia per questo sentito incoraggiamento sarebbe come minimo rigidità mentale

martedì 8 aprile 2008

To be or not to be?


To be or not to be? Boh! Intanto anatomia è andata.... avanti il prossimo! (si come no...)



sabato 29 marzo 2008

Searching with PubMed

Ecco qui riportata la mia esperienza con PubMed: la prima cosa che ho cercato è stata “esonucleasi” (in inglese “exonucleases”). Questo perché durante la preparazione di Biologia ho rimpianto un dizionario medico aggiornato e questo enzima mi aveva reso la vita particolarmente difficile, dato che nè Wikipedia né tantomeno il vecchio dizionario cartaceo di mio babbo dicevano granchè. Nonostante la lingua inglese ho trovato il risultato soddisfacente (anche molto approfondito), e mi sono buttato alla ricerca di “paroxetine”, uno psicofarmaco antidepressivo (tranquilli non ne faccio uso, l’ho sentito di recente in una canzone): anche qui risultati molto specifici soprattutto rispetto alla mia attuale preparazione (per fortuna). Ovviamente ora come ora vedo piuttosto “sprecate” le potenzialità di una simile banca dati rispetto all’uso che potrei farne, tuttavia imparare ad usarlo non può far male. Nonostante le mie ricerche fossero dettate dal flusso casuale del mio pensiero (ho cercato addirittura “Galeno”), credo di essere riuscito a farmi un idea dell’uso di questo strumento: una nota positiva è che anche non conoscendo il preciso “spelling” della parola inglese che si sta cercando, PubMed utilizza un efficace sistema di suggerimento che consente di trovare ciò che si cerca anche senza un dizionario sottomano.

mercoledì 26 marzo 2008

Il Forum

Forum (in Roma antica, la piazza principale della città) può riferirsi ad una struttura informatica contenente discussioni e messaggi scritti dagli utenti, i quali sviluppano attorno ad esso una vera e propria comunità virtuale, grazie alla frequentazione abituale. Attualità, sport, politica, hobby, tecnologia, sono temi popolari e ricorrenti, ma ci sono forum per infinità di argomenti diversi. I forum vengono utilizzati anche come strumenti di supporto on line per vari prodotti. Molti forum richiedono la registrazione dell'utente prima di poter inviare messaggi, in alcuni casi anche per poterli leggere. Un forum è diverso da una chat, in quanto la comunicazione non è sincrona, ma bensì i messaggi vengono scritti e letti anche in momenti diversi, e sono organizzati in sezioni a seconda degli argomenti. Gli amministratori sono in genere i gestori di un forum e possiedono l'abilità di modificare, cancellare o spostare qualsiasi messaggio, sono aiutati dai moderatori, i quali hanno lo scopo di mantenere un'atmosfera tranquilla, evitando che le discussioni degenerino e facendo rispettare le regole. La terminologia è fatta di neologismi spesso di origine anglosassone:

Netiquette: regole di comportamento
Nickname: nome utente
Post: messaggio.
Topic: argomento
Thread: discussione
Spam: pubblicità indesiderata
Flame: discussione troppo accesa che può degenerare in insulti ed offese personali.
Off Topic: messaggio non pertinente all'argomento
Ban: sospensione dell'account di un utente


lunedì 17 marzo 2008

Al lettore

La stoltezza, il peccato, l'avarizia, l'errore,
tormentano le nostre anime e i corpi inetti:
e, come i mendicanti nutrono i loro insetti,
noi ci coviamo i nostri cari rimorsi in cuore.

Caparbi nel peccare, vili a pentirci; eppure
le nostre confessioni vendiamo a caro prezzo:
poi, contenti, si torna nel consueto lezzo,
convinti che due lacrime lavino le sozzure.

Satana il Trismegisto sul giacilgio del male
coi suoi lenti incantesimi lo spirito ci culla,
e il metallo del nostro buon volere s'annulla,
svaporando per arte del chimico infernale.

Satana regge i fili che ci muovono, eterno
despota; e noi nel fango cerchiamo gioia e spasso;
e così, senza orrore, ogni giorno d'un passo,
discendiamo tra fetide tenebre dell'Inferno

Come un povero in foia che tutto sbava e strizza
il seno martoriato d'una vecchia sgualdrina,
a volo noi cogliamo l'ebbrezza clandestina
spremendone ogni stilla, come un'arancia vizza.

Stipati e brulicanti, come un groppo d'elminti,
nel cranio ci gavazzano migliaia di demoni,
mentre ad ogni respiro, la Morte nei polmoni
ci scende, fiume occulto, con gemiti indistinti.

Se lo stupro, il pugnale, il tossico, la vampa
non hanno ancora ornato di splendidi ricami
il grigio canovaccio di tanti giorni grami,
è che l'anima nostra, per sua viltà, ne scampa.

Ma fra cagne sciacalli pantere scimmie orbetti
bisce serpi avvoltoi scorpioni, in mezzo ai tanti
mostri grugnenti ululanti striscianti rampicanti
nell'infame serraglio dei nostri vizi abbietti,

uno ve n'è, più laido, più malvagio e immondo,
che senza grandi gesti nè grida il globo intero
ridurrebbe ad un solo, enorme cimitero,
che in un solo sbadiglio inghiottirebbe il mondo:

è il Tedio. L'occhio greve d'un inconscio rovello,
mentre sogna patiboli, fuma un tabacco ambrato.
Tu che leggi, conosci quel mostro delicato,
tu, mio lettore ipocrita, mio simile, fratello.


Ancora una volta non ho trovato la traduzione che mi piaceva ed ho dovuto ribatterla tutta. Ero indeciso se postarla o no, in fondo non è esattamente ciò che uno gradirebbe trovarsi a leggere aprendo un blog a caso.
Anzi, la considero un vero e proprio stupro intellettuale, difficile leggerla e uscirne illibati nella coscienza. Tuttavia a costo di apparire macabro ho deciso di postarla.
L"impresentabilità", la capacità di pescare nel profondo dell'animo umano e di farlo inorridire mostrandogli i risultati di tale ricerca, sono le caratteristiche più affascinanti di Baudelaire.

Un'espressione da 10


martedì 11 marzo 2008

Il personaggio misterioso


Per ravvivare un po' l'atmosfera trita del blog ho deciso di dare il via ad un contest che spero vi appassionerà...


Ritratto nella foto si cela un misterioso personaggio, la cui fama è già senza confini.



Chi di voi saprà dirmi chi? Rispondete numerosi via email, la troverete nel profilo.


Invito al viaggio


Invito al viaggio


Mia sorella, mia cara,

pensa che gioia rara,

fuggircene da qui per miglia e miglia,

amare in una immensa

calma e morire, pensa,

nel paese laggiù che ti assomiglia.


I soli, effusi appena

di brume nella piena

luce azzurra del cielo, hanno l'incanto

e quei vaghi misteri

d'occhi poco sinceri,

come i tuoi occhi quando brillano di pianto.


Là, v'è solo bellezza,

ordine e voluttà, calma e chiarezza.


Sì splendido a vedersi

l'arredo, con i tersi

specchi antichi; una stanza solitaria

la nostra, dove odori

di vaghi e strani fiori

si fondono a un odor d'ambra nell'aria.


E gingilli e amuleti

sulle ricche pareti:

l'Oriente e gli sfarzi d'una volta;

tutti un loro segreto

diranno con discreto

sussurro nell'orecchio che l'ascolta.


Là, v'è solo bellezza,
ordine e voluttà, calma e chiarezza.


Vedi, sul mare, quanti

bei vascelli cullanti

sull'acque il proprio umore vagabondo:

per soddisfare in ogni

desiderio i tuoi sogni,

giunsero a te, dai limiti del mondo.


Là, quando il sole cade,

riveste campi e strade,

monti e canali, ogni albero e l'intera

città, d'oro e giacinto;

e cede il mondo, vinto

dal sonno, fra le braccia della Sera.


Là, v'è solo bellezza,
ordine e voluttà, calma e chiarezza.



apprezziate almeno il fatto che non ritrovando su Internet la traduzione che preferivo, l'ho ribattuta interamente prendendola dal libro in mio possesso.

lunedì 10 marzo 2008

Introduction

Ciao, sono Giampaolo e ho 19 anni. Studio alla facoltà di Medicina e Chirurgia a Firenze, e questo è il mio primo (e ultimo) blog.
A breve verranno inserite notizie e informazioni utili, adeguatamente "confezionate" grazie alle nuove mirabolanti tecniche che apprenderò via via che inizierò ad impratichirmi nel gestire come si deve un blog.
O forse no.

nel frattempo arrivederci, e cercate di sopportare questo scarno sfondo nero e questa casereccia intestazione fatta con paint

Cellar Door

The English compound cellar door [ˈsɛləˌdɔ:] plays a certain role in discussions of phonoaesthetics; a widely repeated claim first put forward by J. R. R. Tolkien in his essay English and Welsh (1955) holds its sound is intrinsically beautiful.

"Most English-speaking people...will admit that cellar door is 'beautiful', especially if dissociated from its sense (and from its spelling). More beautiful than, say, sky, and far more beautiful than beautiful. Well then, in Welsh for me cellar doors are extraordinarily frequent, and moving to the higher dimension, the words in which there is pleasure in the contemplation of the association of form and sense are abundant."